Joao Neves junior bussotti
Il mio Miglio
Il mio Miglio
È una gara che mi ha sempre incuriosito. Partendo dal valore storico e dal fascino che ha su ogni atleta, è una gara che rappresenta l’essenza del mezzofondo.
Qualcun altro (senza fare nomi.. Bussotti), invece, potrebbe dire che si tratta di una delle gare più meschine dell’atletica, perché si tratta di una gara corta, ma in realtà lunghissima, il che ti porta a sottovalutarla.
Mi sono ritrovato a fare quest’errore giusto quest’anno, nell’unico miglio in pista della mia carriera, quello che ha rappresentato la mia croce e delizia. Difatti queste due emozioni contrastanti vengono dal fatto che al passaggio ai 1500m ho fatto il mio record personale, per poi crollare clamorosamente negli ultimi 109m, corsi in 21″ fatti di vista annebbiata e muscoli in fiamme.
A questo punto le conseguenze sono ovvie.. 40 minuti passati seduto e agonizzante a fissare il vuoto.
“Che vuoi che siano 109m in più…”
Un’altra caratteristica interessante è data dal fatto che si presta bene alla corsa in pista e su strada, tuttavia con differenze nella tattica e nel modo di affrontare la gara.
Onestamente ho sempre preferito la strada, perché, stranamente, ho la percezione che la gara passi in un baleno. Inoltre, spesso c’è una assenza delle lepri, condizione in cui si ha una gara “vera”, uomo contro uomo, senza grandi tatticismi.
La strada rappresenta un divertimento assicurato, soprattutto per un atleta che viene dalla pista: la vicinanza del pubblico, il correre a perdi fiato senza punti di riferimento, lo scontro colpo su colpo tra avversari.
Ed ho fiducia che anche nell’atmosfera di Pisa si avranno le stesse sensazioni, non vedo l’ora.
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